-
L’apprendimento basato su progetti (Project Based Learning) tiene conto di quei versanti del costruttivismo attenti all’apprendimento attraverso il fare, cui si aggiungono le teorie sul coinvolgimento attivo e sulla motivazione degli studenti, quelle orientate alla valorizzazione delle differenze negli stili di apprendimento, quelle sull’apprendimento cooperativo e quelle delle intelligenze multiple, teorie sistematizzate grazie al lavoro del BIE (Buck Institute for Education). L’approccio PBL è anzitutto una filosofia educativa che si rifà alla tradizione occidentale della didattica attiva, esperienziale e laboratoriale, e che si fonda su alcuni principi chiave: Libertà, Integralità, Creatività.
Questa grande tradizione di pensiero che va dai maestri artigiani delle botteghe rinascimentali fino alla Montessori, ha trovato in Dewey (l’educazione democratica fondata su esperienze strutturate e significative) e Kilpatrick (la progettualità come attività densa di consapevolezza e volontà) il pensiero che sta alle radici del metodo.
-
L’insieme delle strategie che definisce l’approccio project based pone particolare attenzione alla progettazione, al presidio e alla valutazione del processo. E’ necessaria una visione sistemica e condivisa per ripensare la relazione tra curriculo e contenuti, ridefinire il ruolo dei docenti, impostare gli strumenti e l’ambiente di lavoro, rivedere le modalità di monitoraggio e valutazione. Due assunti definiscono il frame pedagogico e operativo del matodo:
- Il passaggio da una prospettiva che presuppone un apprendimento additivo ed incrementale al termine del quale c’è la padronanza delle competenze, ad una centratura sulle caratteristiche intrinseche ed estrinseche degli output del processo, indicatori dell’assunzione e sperimentazione personale di strategie, scelte, tentativi, approfondimenti, approssimazioni, sfide aperte a percorsi anche inediti e non convenzionali.
- La sistematicità del ricorso a strumenti operativi condivisi (nella progettazione, presidio, verifica, valutazione del processo) sia dai ragazzi che dagli insegnanti, indispensabili per la comparazione delle esperienze e il miglioramento continuo degli stessi.
-
Ogni pensiero davvero generativo, ogni progetto veramente innovativo, ogni esperienza decisamente incisiva hanno all’origine una visione che si muove sognante come un’intuizione o un’aspirazione da seguire. La dimensione del desiderio è la cornice e anche il terreno dentro a cui devono svilupparsi le attività immaginate e poi rigorosamente pianificate secondo il metodo PBL. Il mondo reale deve poi essere il riferimento che muove la pratica spesso astratta dell’insegnamento interna alla scuola verso la concretezza dell’esterno. Il fare è infine il collante che unisce queste diverse dimensioni, quella del desiderio, quella dell’apprendimento e quella del mondo del lavoro. Il gruppo classe si troverà in questo modo ad affrontare una vera sfida, motivante e motivata, con scopi ben precisi, da affrontare con creatività, spirito d’iniziativa, autonomia, in un clima di collaborazione tra ragazzi e docenti. Sempre dentro a regole, obiettivi e scadenze condivisi.
-
Per ridisegnare l’approccio al curriculo e definire una didattica centrata sugli studenti è necessario un lavoro di progettazione attento e rigoroso, che parte dai docenti e coinvolge i ragazzi in ogni momento attraversando le diverse fasi del progetto. E’ necessario definire il team di lavoro, pianificare e concordare le tempistiche e le modalità della ricerca, definire le risorse, i tempi, i prerequisiti necessari, immaginare e concordare le caratteristiche del prodotto finale e le modalità di valutazione. L’agenda deve essere sempre sotto mano e condivisa da tutti. Bisogna immaginare e costruire, documentare, monitorare i tempi e collaborare. Occorre sperimentare l’errore e l’insuccesso e mettere alla prova la propria flessibilità e l’autodeterminazione.
-
La driving question si apre sulla necessità di approfondire, ricercare, proporre ipotesi che conducono verso la soluzione finale. La concretezza del prodotto e la performance necessaria alla sua presentazione al pubblico sono la risposta. Il processo di riallineamento dell’inizio con la fine richiede continue revisioni, controlli e adattamenti. Per raggiungere la qualità prefissata si passa attraverso un processo che mette in gioco le conoscenze acquisite e la capacità di rinnovarle attraverso il fare, di negoziare con il gruppo, di risolvere i problemi che s’incontrano, di comunicare scelte, motivazioni, e soluzioni. Il risultato deve essere infine confrontato con l’idea e il piano iniziali, valutando i risultati specifici, gli apprendimenti, la tenuta sul processo.
-
La quarta “D” non rappresenta in sé una vera e propria fase, ma la dimensione che attraversa, sostiene e insieme eleva il percorso e le persone. La didattica PBL attiva la capacità metacognitiva di modulare di continuo il processo di apprendimento, di scoprimento, di creatività, di elaborazione di quelle strategie che portano nella profondità del soggetto, bisognoso e rispettoso dei bisogni e delle aspettative del sé e degli altri, spostando il focus dal sé alla sfida cui dedicarsi per migliorare il mondo. La personalizzazione e la dedizione aiutano a interiorizzare i saperi accostandoli alla dimensione affettiva ed emotiva. La qualità di un apprendimento si fonda sulla capacità di arrivare a una maggiore consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie risorse. Questa qualità è aggiunta dal processo di soggettivazione che trova fondamento nell’interagire delle risorse in una dinamica di esperienze che nella relazione richiedere originalità, creatività e adattabilità.